I Popoli italici e le prime monete di Roma

Fonte immagine: www.mondopadano.it
30-05-2022

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La monetazione romana, più tarda rispetto a quella delle altre civiltà mediterranee, è stata molto influenzata dall'esperienza greca, sia per quanto riguarda la monetazione in argento e sia rispetto alla produzione in bronzo, metallo tipico della prima espressione monetale italica.
È intorno al X sec. a.C. che si fa risalire l'uso dei pani di rame o bronzo come moneta diffusasi nell'Italia centro-settentrionale, in Sicilia e in Sardegna.
Anche a Roma e in tutto il territorio italico si diffuse il bronzo come metallo per la monetazione. Dopo aver conosciuto le fasi del baratto e del bestiame-moneta, furono impiegati per lo scambio pani di rame informi, allo stato rozzo, che costituiscono il cosiddetto aes rude (o aes infectum). 
Queste forme di scambio furono sostituite verso la fine dell'epoca monarchica (metà del VI sec. a.C.) dal cosiddetto aes signatum: pani più regolari nella forma con la caratteristica di avere un'impronta su una sola o su entrambe le facce.
Una fonte storica autorevole come Plinio il Vecchio (I sec. d.C.), nella sua opera "Naturalis Historia", fa risalire al re Servio Tullio, che regnò dal 578 al 535 a.C., l'introduzione di questo aes caratterizzato dall'impronta, ma soprattutto l'uso di un nuovo mezzo di valutazione degli scambi. Ciò che prima si misurava con bestiame e bronzo veniva ora effettuato in modo più agevole con pezzi di metallo usati a peso. Ciò che prima veniva usato come indice di misurazione (bestiame e bronzo) veniva ora sostituito in modo più agevole attraverso pezzi di metallo usati a peso.
Le leggi Aternia-Tarpeia e Menenia-Sextia, promulgate rispettivamente nel 454 e nel 452 a.C., e che regolavano il pagamento di multe e ammende e stabilivano che le pene potevano essere pagate anche in rame, sono testimonianza di come questo sistema di scambio fosse pienamente diffuso. 
Molto interessante è osservare il tipo di parità fissata: 100 assi equivalevano a un bue, 10 a una pecora. 
In questa fase l'uso della parola "asse" aveva il significato di libbra, come un riferimento di peso, e non di nome dell'unità della moneta di bronzo, che invece assumerà più tardi, alla nascita della prima coniazione ufficiale fatta da Roma. L'impronta era data dal metallo caldo versato tra due valve che erano le matrici delle impronte da trasferire sul bronzo. Le figurazioni su questi lingotti potevano raffigurare ramo secco, a spina di pesce, ad asta, ad asta e delfino.
Anche dopo l'introduzione della moneta ufficiale, l'aes rude e l'aes signatum continuarono a circolare. Il passaggio definitivo dalla fase del bestiame-moneta a quella del metallo a peso avvenne probabilmente durante il sec. V a.C., ma evidentemente per un certo periodo i due sistemi dovettero coesistere. 
Nell'arco del IV sec. a.C., nell'Italia centrale, si adotta un nuovo sistema, caratterizzato dal cosiddetto aes grave ("bronzo pesante").

 

(In foto, Aes Signatum. Fonte: www.mondopadano.it)
(In foto, Aes Signatum. Fonte: www.mondopadano.it)

 

Questo testo fa parte di una serie di articoli
(qui si può leggere l'introduzione, la prima parte e la seconda parte)